SUCCESSO SOSTENIBILE: COSA CI INSEGNANO MUSETTI E LOCATELLI

Recentemente ho letto le dichiarazioni di due atleti di alto livello.

Uno è il tennista Lorenzo Musetti, attualmente numero 6 del ranking mondiale e Manuel Locatelli, capitano della Juventus.

 

Locatelli in una intervista ha dichiarato:

“Debuttando in Serie A a 18 anni, mi sono trovato gli occhi del mondo addosso. Ho avuto qualche difficoltà a gestirlo, ho avuto la fortuna di una famiglia che mi ha protetto. Il matrimonio e la paternità mi hanno aiutato a maturare ancora di più, a settembre sarò di nuovo papà: quando vado a casa, mi sento in un rifugio protetto.”

Musetti invece dopo gli ultimi ottimi risultati che lo hanno portato dall’essere una promessa mai mantenuta alla top ten del tennis mondiale ha dichiarato:

 

”Il cambiamento negli ultimi 12 mesi? Credo che sia un po’ il processo di crescita non solo in campo, ma ancora di più fuori dal campo.

Lo scorso anno sono diventato papà. Mi ha reso più responsabile ed adesso credo di approcciare le cose in maniera più professionale.

 

Anche nel tempo libero mi godo i momenti con la famiglia. E, anche se non sono qui fisicamente in questo momento, questa vittoria è anche per loro.”

La vita di ogni persona ruota attorno ad alcuni elementi chiave, diciamo dei pilastri.

 

Il primo e fondamentale è la salute. Senza questa, ahimè, è complicato far funzionare il resto.

Dedichiamo molto tempo alle nostre professioni, necessarie al sostentamento nostro e delle nostre famiglie.

Poi ci sono le relazioni. Siamo da sempre abituati a vivere in “tribù”, relazionandoci con altri simili.

 

Ci nutriamo attraverso i rapporti umani. Questi tre ambiti si influenzano tra loro. E vanno coltivati insieme.

Ci possono essere momenti della vita in cui siamo più focalizzati su un aspetto anziché su un altro.

Penso all’atleta che deve preparare una gara particolarmente importante. Oppure un obiettivo di lavoro ambizioso. O, ancora, l’avvicinarsi del matrimonio o la nascita di un figlio. È normale.

 

Al tempo stesso su un medio-lungo periodo questi tre elementi devono procedere in armonia. Sia perché ognuno funge da catalizzatore per gli altri, sia perché può succedere che temporaneamente uno degli aspetti non ci dia le soddisfazioni che vorremmo.

Ed in questa situazione è importante poter fare affidamento sugli altri.

Nel caso degli atleti questo è particolarmente vero. Ci sono momenti, nella carriera di uno sportivo, in cui i risultati possono stentare. A volte gli atleti si avvitano in spirali negative da cui faticano ad uscire.

In questi casi spesso trovano la soluzione al di fuori del campo di gara. Trovano sostegno e supporto negli affetti. E questo dà loro la forza di riprendersi e svoltare.

 

Se ci si pensa è la stessa cosa che spesso accade quando si deve affrontare un problema di salute. La vicinanza e l’amore delle persone più care aiuta a superare le difficoltà.

Per questo, torno a dire, è importante coltivare tutte le aree principali della nostra vita. Resto molto pensieroso quando sento persone di che “vivo per il mio lavoro”, “vivo per il tennis”, “vivo per i miei figli”.

Se ci pensi sono tutte situazioni “a termine”.

 

Arriva un momento in cui si smette di lavorare. Si smette di essere atleti. Si smette di avere i propri figli da accudire giorno dopo giorno. E se si è fatto all-in a quel punto cosa resta?
Un vuoto enorme.

Per questo è importante trovare un generale equilibrio, condito da brevi periodi di squilibrio.

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